NB Attenzione: questo è un post in cui parlo dei fatti miei e poco altro! Siete avvisati!
Vivere in campagna, una riflessione dopo due anni (di quasi reclusione)
Due anni fa, per la precisione il 4 ottobre 2019, ci svegliavamo per la prima volta nella camera degli ospiti della nostra nuova casa (il nostro letto non era ancora stato consegnato dal mobilificio) e, pieni di un sentimento di esterrefatta gratitudine e gioia, ci apprestavamo a iniziare a vivere, per davvero lontani da tutto. Del trasloco potete leggere meglio qui. Quello che non sapevamo ovviamente era che da li a qualche mese sarebbe davvero successo l'impensabile, e il modo di concepire la vita quotidiana avrebbe preso - che eufemismo - una sfumatura inaspettata.
Se dico che la pandemia e i lockdown hanno messo molti dubbi e tolto molte certezze nelle nostre vite, e che nel 2020 abbiamo tutti rivalutato le priorità date fino a quel momento, non penso di dire niente di nuovo o particolarmente rivoluzionario. E' solo un dato di fatto. Io anzi trovo sempre in qualche modo confortante che, sottoposti al medesimo stress comune, gli esseri umani ne escano con considerazioni ed emozioni sostanzialmente condivise: è vero, nessuno di noi è unico e speciale, ma vuol dire anche che nessuno di noi è davvero solo.
Così ci sono persone che hanno lasciato il lavoro della vita perché ormai divenuto privo di stimoli, altri hanno invece lasciato il compagn*, della vita, per le medesime ragioni. Chi si è trasferito all'estero per scappare, chi non potendo più tornare, all'estero ci è rimasto. Chi ha venduto casa. Chi ha comprato casa.
Ecco, la mia sensazione è che la dimensione "casa" sia stata quella più sottoposta a scossoni: se per anni, anzi decenni, abbiamo ritenuto "casa" il luogo dove meramente dormivamo, ci lavavamo e poco più, dedicando al mondo esterno la maggior parte del nostro tempo e delle nostre energie, questa dinamica si è letteralmente invertita. Ed è accaduto letteralmente dall'oggi al domani.
Già fino dalle prime settimane di lockdown, quando ancora non sapevamo quanto sarebbe durato, ho iniziato a ringraziare la buona sorte: non solo eravamo sani, le persone che amavamo erano al sicuro, e avevamo il nostro reddito assicurato, avevamo anche il privilegio di vivere in una bella casa, grande, calda, con un bel giardino e pure con una gatta a farci compagnia.
Certo però, che vivere in un comune con molti meno di 5000 abitanti, due primavere fa, non è stato un approccio facilissimo alla vita di campagna. Quando abbiamo deciso di comprare questa casa abbiamo discusso dei lati positivi e dei lati negativi del vivere isolati, il lockdown non ha fatto altro che evidenziare ed esacerbare entrambi.
Così, mentre alcuni ad aprile 2020 a malapena potevano guardare il cielo dalla finestra, io mi facevo le mie passeggiate ansiolitiche attorno alla casa (letteralmente, giravo attorno al nostro edificio rimanendo nel nostro giardino di proprietà, seguendo la normativa alla lettera). Ma d'altra parte mentre le stesse persone ricevevano la spesa di Cortilia o Esselunga a casa insieme al sushi io mi ingegnavo per fare la spesa settimanale in un alimentari grande quando il mio bagno.
Dicevamo appunto, un compromesso.
Cominciamo lati negativi del vivere in campagna
Partiamo dai lati negativi del vivere in campagna, dove in campagna vuol dire isolati, tra i campi e ovviamente nell'amata pianura padana
- Serve la macchina per QUALSIESI cosa, per davvero. No la bici non è un'opzione, perché le distanze sono sempre molto più grandi che in città, e pedalare in una strada senza lampioni, con la nebbia e lungo un fosso alle 9 di sera per 40 minuti non è un'opzione percorribile.
- A domicilio non arriva niente. Davvero davvero niente. Non Esselunga, non Cortilia, non la pizzeria, non il sushi, non il kebab, niente (nei lati positivi trovate l'unica eccezione!). Cosa che, potete immaginare, nella primavera 2020 ha rappresentato un considerevole disagio, considerato che nel nostro comune non c'è nemmeno un supermercato.
- Anche spostandosi con la macchina certi servizi ricreativi non sono propriamente alla mano: per un cinema bisogna farsi 40 minuti di macchina, idem per una libreria o per un ristorante giapponese decente. Insomma per divertirsi e svagarsi bisogna organizzarsi a casa propria a conti fatti.
- Alcuni servizi di base ritenuti scontati se vivete in città poi, non sono proprio disponibili. Ad esempio noi non siamo allacciati all'acquedotto né alla rete del gas, il che significa avere un pozzo (ok, non è quel pozzo delle favole che avete in mente voi ora, eh) e dover approvvigionarsi di costosissimo gas per riempire un bombolone esterno. Vuol dire anche non avere internet ad alta velocità, e quindi diventare beta tester per Starlink di Elon Musk, a cifre non proprio calmierate.
- C'è la nebbia da inizio ottobre a inizio maggio, e no, non è la nebbia di Milano. Se da voi c'è il sole oggi, da me c'è la nebbia, e ci sarà fino alle 2 di pomeriggio
I lati positivi del vivere in campagna
Ma vivere immersi nella natura comprende una lista di lati positivi che, anche se non lunghissima, hanno un peso piuttosto importante
- L'assenza di
rompimaronipersone nelle immediate vicinanze che urlano, parlano, disturbano, richiedono attenzione e più in generale la tranquillità dovuta alla solitudine, garantiscono una qualità del sonno impagabile, testimoniata da qualsiasi ospite che abbia dormito da noi. E dormire bene è un lusso troppo spesso sottovalutato. - La possibilità di avere ampi spazi esterni da vivere come si preferisce è il vero bonus: mangiare all'aperto, poter organizzare feste con tante persone in virtù dell'ampio giardino, allestire barbecue e cuocere le pizze nel nostro nuovo forno a gas Ooni Koda 16, sono alcuni dei modi che abbiamo scelto per goderci questo incredibile vantaggio
- Avere un terreno proprio offre inoltre la possibilità di avere qualche pianta propria. Il mio piccolo orticello di erbe aromatiche mi ha fatto risparmiare soldi e tempo per avere sempre l'aneto o il coriandolo per le mie ricette! In più amici, noi abbiamo una vigna. L'ho detto. (Cioè davanti casa nostra c'è la vigna del nostro vicino e nel nostro terreno abbiamo 4 o 5 viti che oltre a essere la gioia del mio instagram hanno fatto quintali di uva che abbiamo regalato in giro.)
- Avere spazio fuori ci permette inoltre di godere dell'unico servizio a domicilio disponibile, ossia l'acqua in bottiglie di vetro con il vuoto a rendere, un vero e proprio lusso, ma che io apprezzo moltissimo (anche perché avere l'acqua da un pozzo vuol dire avere sempre il dubbio di una eventuale contaminazione)
- Si trova sempre parcheggio, sia davanti casa propria (sulla nostra proprietà possono parcheggiare - all'occorrenza - fino a 8 macchine) sia quando ci si reca in uno dei numerosi essenziali servizi che offre il tuo ridente comune (trovare parcheggio davanti al bancomat ha valore inestimabile in effetti)
- C'è mediamente più fresco (relativamente parlando) d'estate, rispetto a vivere nel cemento perchè i campi attorno trattengono di più la frescura notturna, in più - non so se sia specifico di questo punto o in generale sempre in campagna - c'è spesso una bella brezzolina la sera che io mai ho sentito in pianura padana in città o in paese.
- Il vero lato positivo però è prezzo al mq ossia il vero e unico motivo per cui abbiamo comprato casa in campagna: avevamo bisogno di una casa grande, che ci permettesse ampi spazi di manovra perché io appunto lavoro da casa e il mio lavoro richiede spazio, e perché abbiamo amici e familiari sparsi un po' ovunque e per noi era essenziale poterli ospitare a dormire. Ecco, tre camere da letto e due bagni solo qui potevamo permetterceli
Ne vale la pena?
Non saprei. O meglio so che per me ne vale la pena, perché ogni volta che torno a Milano per lavoro o per svago, ho un senso di angoscia e di groppo alla gola che non è nostalgia, ma insofferenza. Mi sembra che tutti siano in prestito, come di passaggio, persi nella folla e nel rumore di fondo, senza un punto fisso. So che non è così, ma non posso fare a meno di avere questa percezione. Quindi, bello Maoji Street Food, bello La Bentoteca, bello Kathay, bello avere gli amici vicini per una birra al volo dopo lavoro, ma no grazie. Accetto questo compromesso. (Magari per voi non è così, magari il vostro compromesso è proprio l'opposto del mio!)
Io quando torno a casa mia, provo sempre un senso di pace, di appartenenza, che non è dovuto al luogo geografico, ma al fatto che vivo nel luogo in cui ho scelto di vivere, nel modo in cui ho scelto di vivere, con la persona che ho scelto come mia famiglia. Ed è un bel privilegio, di cui sono molto grata.
Un picnic autunnale per godere della suddetta campagna
Ecco, i fatti miei sono finiti. Consapevole di non aver detto niente di nuovo, niente di rilevante, vi lascio invece con una suggestione più che una ricetta, per poter godere di quegli spazi verdi che in questo compromesso di cui vi ho parlato, svolgono un ruolo decisivo.
Due bicchieri di vino
Una spadellata di cavoletti con speck e castagne
Formaggio alla griglia
Pane scaldato leggermente
E con la partecipazione straordinaria della nostra uva e le nostre voglie di vite.
Qualche altro consiglio conviviale? Ecco qualche menù che potrebbe interessarvi.
Una cena a base di meze mediterranei e mediorientali da condividere con amici, qui
Come organizzare un aperitivo estivo? Qui
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MINI PICNIC AUTUNNALE
Ingredienti
Per il padellino di cavoletti:
- 300 g di cavoletti di Bruxelles
- 60 g di speck in un’unica fetta
- 1 pezzetto di burro
- 50 g di castagne bollite e sbucciate
- Sale e pepe
Per il formaggio alla griglia:
- 2 to mini
- 4 foglie di vite
- Aceto balsamico con sumac
Per accompagnare
- Composta di frutta - per me di mirtilli senza zucchero fatta da me
- Pane di segale o integrale a fette scaldato
- Vino a piacere
- Olive
- Uva
Istruzioni
Per i cavoletti
- Cuocete i cavoletti al vapore lasciandoli al dente
- Scaldate in un padellino lo speck a strisce fino a rilasciarne il sapore e tenetelo da parte
- Nello stesso padellino sciogliete il burro e quando inizia a colorirsi leggermente aggiungetevi le castagne e fate saltare
- Aggiungete anche i cavoletti di Bruxelles e lasciate insaporire e regolate di sale e pepe
Per il formaggio
- Lavate e sbollentate qualche istante le foglie di vite
- Con l’aiuto di un pezzo di spago da cucina avvolgete ogni tomino in due voglie di vite, una per lato
- Grigliate i tomini su griglia ben calda per un paio di minuti per lato
- Servite aprendo il pacchetto e condendo con un filo di aceto balsamico e sumac