Questa torta gingerbread richiede un lungo preambolo, prendete una tazza di tè e mettetevi comodi. C'è questa cosa, nell'animo umano, che ci fa essere nostalgici delle tessere telefoniche dei telefoni pubblici, ora che ci sono solo smartphone. O della nebbia fitta fitta nella Milano degli anni 70, che io in 25 anni nel capoluogo lombardo avrò visto solo due volte. O del Tamagoci. Ho riflettuto un po' recentemente su questa cosa perché davvero, facevo un po' fatica a capire la nostalgia della nebbia o delle VHS. E sono giunta alla conclusione, lo ammetto alla fine scontata, che quello di cui proviamo nostalgia non sono le cose in sé, ma quello che eravamo quando usavamo quelle cose. Insomma è nostalgia dell'infanzia, di un momento della vita in cui avevamo meno ansie, meno preoccupazioni, meno responsabilità, non avevamo ancora fatto gli sbagli che siamo consapevoli di aver commesso da adulti e, soprattutto, avevamo tutto il nostro futuro, pieno di possibilità, davanti. Insomma il punto non è riavvolgere il nastro di una VHS, ma dover pagare le tasse e fare il pap test ogni tre anni, diciamocelo.
Per qualche motivo poi a Natale quest'animo nostalgico si inasprisce, forse perché alla fine Natale è una festa speciale per i bambini e ci fa tornare indietro all'infanzia. Ognuno di noi ha le sue tradizioni, quel genere di azioni reiterate secondo modi e tempi specifici che ci fa stare bene perché così l'abbiamo fatta per anni e così la continueremo a fare. Alla fine all'essere umano le consuetudini e la routine in questo senso fa sempre piacere! Ecco, per questo motivo, anche se non vivo più a Milano da diversi anni, continuo a fare l'albero di Natale nel ponte di Sant'Ambrogio, e guai a farlo prima, proprio inconcepibile! E per lo stesso motivo per me non è natale senza biscotti, anzi nello specifico, non è Natale senza biscotti di panpepato o gingerbread.
Il motivo è molto semplice, quando ero piccola mia madre mi portava nel periodo di Natale ad una festa di una nota scuola milanese di cui non rivelerò mai il nome nemmeno sotto tortura perché ora - con la giusta cognizione dell'età adulta - ritengo essere l'anticamera dell'inferno. In occasione di questa festa erano presenti diversi laboratori per bambini, e io aspettavo con trepidazione questa occasione per potermi dedicare alla mia attività in assoluto preferita: il laboratorio di panpepato. I bambini si costruivano le proprie casette di panpepato e le decoravano con glassa e dolcetti. Cioè il paradiso. Quando sono diventata più grande ho usato i miei fratelli, più piccoli di me di 7 e 8 anni come palese scusa per poter continuare a avere la mia ora di gingerbread natalizio impunemente, poi quella tradizione è - giustamente - andata a scemare. Ma io il panpepato lo cucino sempre, ogni Natale, cascasse il mondo!
Quest'anno non ho ancora preparato i biscotti a forma di omino (ma c'è ancora tempo!) però ho voluto provare a fare il panpepato in versione torta gingerbread, da cuocere e servire nel suo barattolo, perfetta come idea regalo last minute! Se la chiudete qualche minuto dopo averla cotta, rimane fragrante e morbida anche per diversi giorni! Una confezione regalo curata e il gioco è fatto. Questa versione di torta gingerbread non prevede l'uso di burro e latticini, ma la lavorazione dell'uovo con zucchero e olio le conferisce ugualmente una consistenza densa, ma non gommosa, lussuriosa definirei! Io ho scelto l'olio di semi di zucca perché l'avevo trovato a metà prezzo, l'avevo comprato e non ancora usato - non trovate abbia un colore bellissimo tra l'altro? - ma potete usare qualsiasi altro olio spremuto a freddo. Per lo zucchero e la melassa invece purtroppo nessuna sostituzione valida. Il sapore tipico del panpepato e dunque della torta gingerbread è dato proprio dalla caramellizzazione in cottura di tali zuccheri, non solo dalle spezie, non possono essere omessi o sostituiti se si vuole un risultato vicino all'originale! Se volete trattare davvero bene i vostri ospiti fate colare un po' di classica glassa allo zucchero a velo sulla torta gingerbread ancora calda, prima di chiudere il barattolo, e completate con qualche pezzetto di zenzero candito o disidratato!
La ricetta di questa torta gingerbread in barattolo è dedicata a:
- chi ama i sapori forti e ben definiti
- chi è alla ricerca di qualche idea regalo poco impegnativa, last minute, per amici e colleghi, anche intolleranti al lattosio!
- chi vuole una coccola da mangiarsi la sera davanti al caminetto
- 1 uovo
- 40 gr di zucchero muscobado
- 40 gr di olio (per me di semi di zucca, ma altri oli vanno bene)
- 1 cucchiaio abbondante di melassa
- 100 gr di applesauce
- 120 gr di farina integrale
- 2 cucchiaini di spezie miste per panpepato
- 1 cucchiaino abbondante di cacao amaro
- qualche cucchiaio di latte di mandorle
- un pizzico di sale
- un cucchiaino di lievito per dolci
- Per decorare (facoltativo ma consigliato)
- zucchero a velo
- acqua
- zenzero essiccato o candito tagliato a striscioline
- Accendete il forno a 180°
- Sbattete l'uovo in una ciotola con uno sbattitore elettrico insieme allo zucchero, a lungo, fino a ottenere un composto spumoso, a questo punto aggiungete l'olio a filo, continuando a sbattere.
- Aggiungete poi la melassa e l'applesauce
- Unite la farina al cacao, il sale, le spezie e il lievito e setacciate
- Aggiungete gli ingredienti secchi al composto di uova montate sempre usando le fruste elettriche, regolate poi la consistenza aggiungendo un paio di cucchiai di latte fino ad avere un composto non troppo denso
- Oliate con olio di cocco spray (o spennellate) tre barattolini di vetro medi o più di tre se di dimensioni minori e versate il composto nei barattoli suddividendolo egualmente
- Infornate per circa 25 minuti
- Se volete decorarli preparate una glassa semplice unendo allo zucchero a velo un paio di cucchiaini d'acqua e mescolando fino a ottenere una glassa densa e uniforme
- Tirate fuori i barattoli di gingerbread, versatevi sopra qualche cucchiaiata di glassa, aggiungete lo zenzero e se volete regalare o conservare la torta gingerbread chiudete con il coperchio mentre è ancora caldo per preservarne la fragranza